One more time for the world some more


Hans Annéllsson è un musicista svedese con una spiccata passione per Frank Zappa, con cinque albums ed altrettanti singoli già all'attivo: questo è quanto sono in grado di dirvi a riguardo dell'autore di questo disco, in quanto le informazioni riportate sul suo website sono quasi totalmente scritte in svedese. Questo album farà la felicità dei fans del progressive rock affetti da quella che io definisco la "sindrome del juke-box", ossia quella tendenza che porta a pretendere dai gruppi (che ne siano titolari o meno) l'esecuzione dei classici di questo genere. La porzione maggioritaria di questo album è infatti composta da covers, classici più o meno sfruttati di una stagione irripetibile per la musica rock : Hans ha voluto rendere omaggio a bands e pezzi che ama realmente, facendoli suoi e cercando di darne una rilettura personale peccando forse di innocente entusiasmo. Siamo in effetti lontani dalla pura e semplice clonazione che affligge un buon 70% delle cover che vengono realizzate, quindi ad Hans va riconosciuto l'impegno nella ricerca di una veste nuova per questi pezzi di un'epoca ormai lontana. L'operazione gli riesce con risultati alterni : pezzi come Prince Rupert Awakes, Close To The Edge, Afterglow, Onward, Yours Is No Disgrace ne escono piuttosto malconci, e per chiarire l'effetto che hanno fatto su di me vi invito a focalizzare lo scempio che venne fatto diversi anni fa dell'immortale Stairway To Heaven da parte dei Far Corporation. Decisamente migliori le versioni di What's The Ugliest Part Of Your Body?, Woman Is The Nigger Of The World, Magical Mystery Tour, South Side Of The Sky e Here Come The Warm Jetz che sono state affrontate con lo spirito giusto e che, specialmente nel caso del sottovalutato estratto da Fragile, risplendono di una luce diversa. L'impressione, rafforzata dall'ascolto dell'arrangiamento della sezione in moto perpetuo di Fracture, è quella che Hans sia un appassionato che ha voluto dilettarsi nella manipolazione di quei files MIDI facilmente reperibili in internet, aggiungendovi le sue intuizioni e la sua sensibilità, e che abbia voluto condividere questo suo divertimento con gli appassionati interessati a questo genere di operazioni. E' però un peccato che Annéllsson non si concentri maggiormente sulle proprie composizioni, dato che quelle qui presenti possiedono delle caratteristiche interessanti, seppur riconoscibili, che mostrano come il processo di manipolazione di pezzi altrui lo abbia portato ad assimilarne alcuni tratti conducendolo ad operare delle sintesi dalle promettenti prospettive. Anabolic Parabolic e Sit.com, ad esempio, sembrano un distillato dal songbook più goliardico di Frank Zappa, influenza che ritroviamo mescolata a caratteri Crimsoidi in Basement Dweller e ad elementi del sound degli Ozric Tentacles in It Conquered The World. C'è poi lo spazio per un tutto sommato gradevole ibrido disco-rock intitolato Let's Rock! (The Boat), che non aggiunge ne toglie alcun che ad un siffatto prodotto. Rimando un qualunque giudizio definitivo ad un eventuale futuro album nel quale Hans Annéllsson si cimenti esclusivamente con materiale di propria composizione, cosa per la quale credo che abbia tutte le carte in regola.


Luigi Ametta, No Warning, Aug 2002
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Sidan uppdaterad 2010-09-12
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